Società benefit, il valore aggiunto di una comunicazione etica

2022-12-07 14:31:13 By : Ms. Alyssa Lin

Il numero di Benefit corporation continua ad aumentare. “Stando agli ultimi dati di InfoCamere sono oltre 2.000 le Società benefit nel nostro Paese. Un numero che è quasi quintuplicato rispetto al 2020, pre-Covid, in cui erano solamente 500. In tutto questo, a fare la parte del leone è la Lombardia con più di 600 aziende che hanno scelto di trasformarsi in questa nuova forma giuridica”. Questi i numeri illustrati da Paolo Praderio, Responsabile dell’Area Formazione di Univa Servizi, la società di servizi alle imprese di Confindustria Varese, durante il webinar dal titolo “Comunicazione etica e sostenibilità. Come le aziende possono impostare una comunicazione sostenibile attraverso l’etica”. Un secondo appuntamento laboratoriale organizzato da Univa Servizi, nell’ambito del progetto promosso da Fondirigenti per approfondire le competenze manageriali necessarie ad accompagnare l’impresa in una vera e propria transizione in Società benefit. Un tipo di corporation che esercita la propria attività perseguendo, oltre allo scopo di lucro, anche altri obiettivi volti alla sostenibilità. Sia essa ambientale o sociale o economica. Ma non solo. Si tratta di un modello d’impresa che si impegna anche a comunicare ai propri stakeholder l’attività, gli obiettivi e i risultati dell’azienda in maniera trasparente.

Impresa, cliente e fornitore si incontrano così su un piano comunicativo che risulta essere sempre più essenziale e delicato, soprattutto a fronte di un momento storico complesso come quello odierno, segnato, da un lato, da una crisi post pandemica e, dall’altro, dal rischio di una recessione economica causata dalla crisi energetica. Trasparente, etica, sostenibile, coerente. Queste le traiettorie della nuova comunicazione d’impresa.

Ma come può un’azienda rendere la propria comunicazione etica? Cosa significa per una realtà manifatturiera avere una comunicazione sostenibile? Ma soprattutto perché deve avere queste caratteristiche? A rispondere a queste domande è Claudio Casiraghi, Consulente in comunicazione, commerciale e business ethics. “Potremmo dire che la comunicazione è il nutrimento della nostra socialità e relazionalità; ci distinguiamo dal mondo animale proprio grazie al linguaggio con cui ci siamo evoluti. Lo abbiamo creato appositamente per far sì che la nostra comunicazione funzionasse meglio in relazione con gli altri. Parlare o scrivere significa occuparsi del bene dell’intera organizzazione. Non possiamo parlare di Società benefit, dunque, senza che all’interno di essa ci sia una comunicazione sostenibile - precisa il consulente -. Qualsiasi realtà imprenditoriale comunica ad un insieme di stakeholder ed è necessario trasmettere etica ed essere coerenti tra quello che si dice e ciò che si fa. Un fattore quest’ultimo che va ad incidere sulla credibilità aziendale. Oggi il cliente è più maturo e sa scegliere chi per lui è più adatto. Ogni giorno veniamo colpiti in media da 63mila parole legate a nuove informazioni. Dobbiamo avere, quindi, la responsabilità della comunicazione perché questo sovraccarico informativo influisce sulle persone generando sindromi fisiche e psichiche importanti quali, ad esempio, ansia, stress, malumore e insonnia”.

Ecco perché l’azienda deve essere etica, sostenibile e credibile. Ecco perché la comunicazione deve essere uno strumento strategico competitivo. Ecco perché è importante come le imprese si approcciano alle persone. È fondamentale tenere presente l’impatto della comunicazione che, comunque venga realizzata, produce sempre un effetto. Positivo o negativo. Motivo per il quale una Società benefit non può non avere una comunicazione basata sull’etica, cioè sulla ricerca di quei comportamenti che producono valore a partire dalla governance e dal management per poi arrivare agli stakeholder. Come sottolinea il consulente di comunicazione, Claudio Casiraghi, “le aziende, oggi, hanno un’enorme responsabilità, ovvero quello di far accedere le cose e farle accadere bene. La prima comunicazione sostenibile si fa all’interno del sistema stimolando, ad esempio, relazioni costruttive, condividendo conoscenza ed esperienze. Mentre quella che si deve istaurare con l’esterno è una relazione sana e duratura tenendo presente che i clienti sono prima di tutto persone”.

La buona comunicazione è dunque fondata su metodo, capacità, analisi e progettazione, ma anche sugli strumenti e sulla loro conoscenza, sull’esperienza, sul coinvolgimento degli altri con i lavori di gruppo, e ancora, sui principi valoriali, sul tempismo e sul rispetto del destinatario.

“Quando si parla di comunicare la sostenibilità - chiarisce Camilla Buttà, Sustainability & communication manager di Vector Spa - la motivazione è alla base. Mi spiego meglio: un imprenditore che intraprende questa strada per affermarsi come Società benefit deve portare la comunicazione, sia verso l’interno sia verso l’esterno, ad un livello più profondo, parlando di principi valoriali. Una condizione necessaria perché se raccontiamo al cliente una cosa non vera l’intera azienda perde la sua credibilità. Essere una Società benefit non è da intendersi solo come un vantaggio competitivo per superare la concorrenza, ma come un valore aggiunto soprattutto per attrarre talenti. La sfida per il futuro è quella di diffondere la sostenibilità a sempre più persone trovando al contempo un linguaggio comune ed eliminando l’ostacolo della paura del feedback. Non si tratta di una gara, ma di una strada sfidante, difficile e impegnativa, ma che può sfociare in una contaminazione positiva”.

Una competitività vantaggiosa che nasce proprio dalla comunicazione. Come precisa Michela Conterno, Ceo di Lati industria termoplastici Spa: “Le aziende sono sempre più consapevoli dell’importanza della propria identità così come della sostenibilità. Per il futuro dobbiamo focalizzarci su una comunicazione sempre più trasparente e coerente, ma soprattutto su una collaborazione sempre più stretta con la nostra filiera. In questo può venirci a supporto la digitalizzazione. Vector, ad esempio - sottolinea ancora la Ceo Michela Conterno -, non la conosco da vicino ma attraverso una buona comunicazione ho potuto cogliere ciò che traspare dell’azienda e ho preso in considerazione le sue idee per la nostra impresa. Un altro esempio di comunicazione che è risultata efficace, in questo caso in Lati, è stata quella applicata in tempi di Covid. In quel periodo ci siamo preoccupati di comunicare, a tutti e in maniera costante, come stava andando l’azienda a livello economico e il feedback da parte degli stakeholder è stato positivo”. Esempio, quest’ultimo, che dimostra quanto la considerazione della persona attraverso una buona comunicazione sia percepita come fattore importante di credibilità. D’accordo con queste testimonianze, Andrea Armellini, Ceo di OperaLogica Srl: “Per noi la comunicazione aziendale si fonda sul concetto di mettere al centro dell’attenzione le persone, che siano clienti, collaboratori o dipendenti. Per questo, uno dei benefici che vogliamo portare sul territorio, è quello di trasmettere e trasferire alle startup e alle imprese con cui lavoriamo, la cultura di questo percorso verso la trasformazione in Società benefit. Vogliamo creare un ecosistema di realtà che sono anch’esse, come noi, benefit corporation”.