Caro energia, l'agonia delle cartiere: "Costi aumentati di 6 volte, stiamo producendo in perdita" - Genova 24

2022-12-07 13:55:42 By : Mr. Troy Sun

Antonio Ardinghi (cartiera San Giorgio): "Abbiamo pensato di fermarci, ma non vogliamo perdere i clienti". A rischio una cinquantina di posti di lavoro

Genova. “Quando siamo tornati dopo la chiusura estiva a fine agosto abbiamo pensato di non riprendere l’attività. Poi è prevalsa un’altra considerazione: se ci fossimo fermati avremmo perso tutta la clientela. Così ora andiamo avanti, anche se produciamo in perdita“. A parlare è Antonio Ardinghi, amministratore delegato della cartiera San Giorgio nell’entroterra di Voltri, in un piccolo distretto industriale genovese che oggi risulta tra i più colpiti dal caro energia.

“Fino a settembre 2021 spendevamo, tra gas e corrente, circa 80 euro per ogni tonnellata di carta prodotta – racconta Ardinghi raggiunto da Genova24 -. Nel mese di luglio, senza contare l’impennata che c’è stata a partire dai primi di agosto, il costo energetico a tonnellata è salito a 450 euro“. Tenendo conto dei rincari che si manifesteranno nella prossima bolletta, significa almeno sei volte tanto. “Poi bisogna contare la materia prima, gli allestimenti, il cartone su cui si avvolge la bobina: tutti costi che a ruota sono aumentati. Anche i prodotti chimici che dobbiamo utilizzare nel processo di produzione sono raddoppiati e triplicati”.

La cartiera San Giorgio, fondata nel 1974, è specializzata nella produzione di bobine di carta crespata ad uso asciugamani. La produzione si attesta sulle 60 tonnellate di carta al giorno. La famiglia Ardinghi, che da sempre gestisce l’azienda, controlla anche una cartotecnica consociata che realizza prodotti finiti come foglietti piegati e rotoli. “Purtroppo abbiamo dovuto faticosamente ribaltare l’impennata dei costi sui prezzi di vendita – prosegue Ardinghi -. Il problema è che, quando si annuncia alla clientela un aumento, questo non è più proporzionato alla situazione del momento. I prezzi di ieri già non sono attuali rispetto ai costi che affrontiamo oggi”.

Le cartiere sono tra le industrie più energivore, insieme ad acciaierie, fonderie, vetrerie e fabbriche di ceramica. Il gas è necessario per alimentare la caldaia e la macchina che genera vapore, mentre la corrente alimenta di continuo i rulli che si estendono per 25 metri. La produzione di carta avviene in due passaggi: un processo a umido in cui l’asciugamento avviene per pressione e filtraggio dell’acqua e un processo di evaporazione per essiccamento. Entrambe le fasi richiedono un grande dispendio di energia: di solito la componente elettrica era quella più costosa, mentre ora risulta preponderante il costo del gas.

L’impianto oggi dà lavoro a 26 dipendenti, ma intorno all’intera filiera ruotano circa 50 stipendi. “Certo, il rischio di fermarsi c’è – sospira Ardinghi -. Per ora stiamo alla finestra. Abbiamo ripreso la produzione per evitare di perdere la clientela e uscire dal mercato. Sarebbe dura poi rientrare. Monitoriamo quotidianamente l’andamento dei prezzi e speriamo che si arrivi a un accordo internazionale”.

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